L'esperienza di Chiara

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L'esperienza di Gabriele: UN SERVIZIO CIVILE CHE TI CAMBIA

Mi presento: sono Gabriele e vivo in un paese vicino a Mondovì, studio all’Università di Torino e nel 2017 ho prestato Servizio Civile presso il Consorzio per i Servizi Socio-Assistenziali del Monregalese. Durante la mia esperienza aiutavo i bambini e i ragazzi nei compiti e li accompagnavo alle varie attività organizzate dai Servizi Sociali e dalle organizzazioni del territorio.

Quando mi hanno chiesto di raccontare la mia esperienza, mi sono reso conto che sicuramente non è cosa facile descrivere quell’anno di attività; più che tutto perché si svolgeva a fianco di persone.

Il lavoro sociale non è matematico e non esistono verifiche certe e solide che certifichino il successo della tua azione. Ricordo che qualche mio collega lamentava l’assenza di feedback e valutazioni sull’efficacia del compiti assegnati: personalmente mi sono fatto l’idea che siano da ricercare nel sorriso dei destinatari del proprio lavoro. Né più, né meno.

I lati positivi sono stati molteplici: innanzitutto mi ha permesso di stringere conoscenze e affetti con utenti, colleghi, preposti e superiori. Il “materiale” affettivo ed emotivo che costruiamo in vita rimane per sempre e di conseguenza è poco calcolabile, poiché esponenziale ne risulta l’arricchimento.  Come in un effetto domino di rara bellezza, l’attività di Servizio Civile mi ha portato a scoprire nuove realtà in altri campi e nuove opportunità di lavoro con i bambini. È stato un anno difficile, il mio, per motivi personali e non professionali, ma è solo grazie alla ricchezza emotiva del mio lavoro che ho superato i problemi.

L’attività da Volontario, inoltre, è stata un’esperienza molto gratificante ed è diventata parte della mia identità. Infatti, in ogni comunità, soprattutto in quelle piccole, il ruolo del Volontario di Servizio Civile è percepito in modo positivo e diverso da quello di un classico “lavoratore”.

Più volte durante quell’anno, ho maturato la convinzione che un’esperienza come il Servizio Civile fosse indispensabile per crescere e diventare uomini e, soprattutto, cittadini. Durante le ore di formazione in Provincia, mi sono reso conto dell’importanza degli insegnamenti che ci venivano trasmessi e della possibilità che ci era data di diventare giovani cittadini con senso civico. Sicuramente è stato difficile sdoppiarmi tra Servizio Civile, Università e altre attività durante l’anno, ma sono state esperienze di crescita indispensabili. Da semplice cittadino sono diventato cittadino attivo: non è cosa banale. Sicuramente questi mesi mi hanno fatto capire che un’attività di volontariato nella mia vita dovrà sempre essere presente, qualunque forma essa assuma.

 Altra nota personalissima. Fumavo da quando avevo quindici anni. Come spesso accade si inizia al liceo, quasi per gioco, per sembrare più grandi, fino a diventare adulti di ventidue accompagnati da questa brutta abitudine. Nei vari tentativi passati (mai nessuno preso troppo sul serio) non ero riuscito a smettere. Per chissà quale motivo, in quel momento la mia salute non era una priorità. Durante quest’anno ho trovato la motivazione. Mi accorgevo di arrivare all’appuntamento con i bambini (pur con tutte le precauzioni del caso) con uno sgradevole odore di fumo. Lì è scattata una molla, un qualcosa che mi ha fatto capire che non era giusto. Perché non era di buon esempio nei confronti di quelle piccole menti che vedevo prendermi come esempio e mi stavo accorgendo che la mia cattiva abitudine poteva ricadere anche su di loro.

Riprendendo una frase che mi disse un dipendente dell’ente per cui ho svolto il Servizio Civile che citava pressoché: “Qui non salviamo nessuno. Tentiamo solamente di rendere la vita più serena alle persone che seguiamo” ora posso dire che aveva ragione in parte. Io, in fondo, mi sono salvato.